Tecniche di ormeggio: la presa del gavitello.
Come per la cucina e tantissime altre attività di vita quotidiana è sempre necessario fare i conti con le cose che abbiamo a disposizione per ottenere il migliore risultato finale. L’ormeggio con la presa del gavitello, operazione apparentemente semplice, se condotta in maniera non consona, può risultare difficoltosa con sfumature prossime al ridicolo. Capita spesso infatti, durante le nostre vacanze in barca a vela di avere la possibilità di fermarsi, per una breve o una sosta notturna, in una baia nelle quale troviamo posizionati dei gavitelli e se si ha la fortuna di trovarne liberi va deciso velocemente che metodo adottare per potersi ormeggiare senza appunto, suscitare l’ilarità degli equipaggi presenti nelle barche vicine.
Si vedono infatti soventemente scene facilmente evitabili. Una consueta ha per protagonista lo skipper al timone che, agitato, impreca nei confronti di, spesso sprovveduti, marinai alle prese con gavitelli pesanti che non riescono a sollevare per passarci la cima di ormeggio. Peggiore, anche se altrettanto frequente, quella di “skipper padroni” che obbligano il malcapitato marinaio, che ha fallito il primo approccio con il gavitello, a tuffarsi in acqua con la cima in bocca sullo stile “arrembaggio piratesco”, per infilare nella “cruna” del gavitello la cima e rilanciarla in barca.
Le volte che ho necessità di ormeggiare con la presa del gavitello, valuto subito se con me a bordo ci sono persone a cui possa dare l’incarico di agganciare, sollevare e contemporaneamente passare la cima d’ormeggio nell’anello del gavitello. (meglio se nell’anello inferiore anche se da diverso tempo ormai i gavitelli istallati garantiscono la stessa tenuta in ognuno dei due anelli)
I miei equipaggi, gli ospiti delle nostre vacanze in barca a vela, sono formati anche da bambini con le loro famiglie e non hanno, per lo meno all’inizio della crociera in barca a vela, la necessaria esperienza o forza, per compiere tale operazione. Si rende quindi alle volte necessario non contare su aiuti da parte dell’equipaggio. Per questo ormeggio, valutando oltre agli altri fattori anche la presenza e l’intensità del vento decido in genere di prendere io stesso il gavitello dalla plancia di poppa che oltretutto nel Sun Odyssey 51 è quasi al livello del mare .
Questa barca nelle manovre non gradisce affatto venti di prua che la fanno inesorabilmente abbattere su uno dei lati, rendendo quindi la manovra di prua, sconsigliabile a meno di non poter contare a prua, su persone forti e veloci.
Nella manovra di poppa preferisco ugualmente avvicinarmi in retromarcia al gavitello con il vento di poppa e, appena passata la cima di ormeggio, la fisso ad una bitta. Dopo aver fermato motore e controllato distanze dalle altre barche, passo sempre nel gavitello un’altra cima che, a doppino, passando lungo una delle murate fisso a prua cosi da poter mollare la cima a poppa cazzando quella di prua per dispormi lentamente come le altre barche con il vento di prua.
Alla presa classica del gavitello di prua, preferisco arrivarci con il vento di poppa, magari mantenendo sul gavitello la barca con colpetti di marcia indietro per contrastare l’abbattimento della prua. In questo modo riesco a concedere a chi sta a prua una maggiore calma e sicurezza alla presa e al passaggio della cima ed il relativo fissaggio su di una bitta a prua.
Il tutto renderà la manovra più semplice e sicura garantendo quindi l’incolumità di chi ha deciso di farsi una bella vacanza in barca a vela magari con propri bambini e vuol dilettarsi ad aiutare e imparare le manovre e le basi della conduzione della barca a vela.
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