Preparazione dell’attracco in marina.
Descrivere a parole la manovra dell’attracco in marina non è facile. Cercherò di farlo nel modo più semplice possibile, evitando di omettere anche le azioni che possono sembrare ovvie e soprattutto cercherò di limitare termini e manovre appunto, troppo tecniche. Mi auguro comunque, per una maggiore comprensione, che colui che leggerà questo articolo, abbia una sufficiente infarinatura della manovra dell’attracco in marina.E’ sempre opportuno preparare in anticipo un ormeggio anche se si decide di andare in una marina organizzata facendo il punto della situazione su chi contare per fare una buona manovra.
Spesso mi accade di doverlo fare facendo affidamento solo sulla presenza di un mio immancabile ed indispensabile amico “il vento” . Gia, perchè grazie a lui riesco ad effettuare tutte le manovre che molti altri con barche ben più piccole della mia effettuano ormai usando senza motivo la classica elica di prua istallata dai32 piedi in su.
La prima cosa che prendo in considerazione è di far indossare le scarpe alle persone che saranno impiegate nell’attracco cosi da evitare il rischio che qualcuno si faccia male. Verranno calati fuori bordo i parabordi che in genere devono sfiorare con la parte superiore la falchetta ed una volta che mi viene assegnato il posto in banchina e la velocità della imbarcazione è prossima al minimo faccio portare a prua il tender fissandolo ad una bitta di prua.
Preventivamente si sarà provveduto a mettere in chiaro sullo specchio di poppa le due cime di ormeggio, provvedendo per ciascuna a formare due matasse distinte che consentiranno, se ne verrà lanciata solo una a terra, un lancio agevole e preciso cosi da far svolgere anche quella che giace sulla poppa.
Deve essere subito analizzata la direzione e l’intensità del vento cosi da decidere come entrare nella corsia dove avverrà l’attracco.
Immaginiamoci due file di barche sia destra che a sinistra con le prue rivolte verso l’interno della corsia che noi percorreremo. Tutti sanno che la parte della imbarcazione che sotto vento abbatte di più e la prua quindi noi dovremmo entrare nella corsia con la nostra prua verso il vento che poi nella retromarcia ci aiuterà, abbattendo appunto la prua, ad entrare perfettamente nel posto assegnato. Tentando la manovra di poppa succederà che al momento in cui state entrando nel vostro posto la prua inizierà a scarrocciare, urtando inevitabilmente il musone della imbarcazione sottovento, con rischi anche per il vostro equipaggio, che per evitare la collisione potrebbe farsi male alle mani o in altri parti del corpo.
Tenendosi più vicino alle imbarcazioni che stazionano dal lato opposto del nostro ormeggio, proseguiremo oltre il nostro posto, ovviamente al minimo di governo, fino a superarlo di almeno due o tre barche poi inizieremo a fare marcia indietro e a circa 5 metri dal nostro futuro ormeggio daremo timone per entrare rallentando più possibile la velocità ed attendendo che il marinaio “vento” faccia il suo lavoro abbattendoci appunto cosi da allinearci al nostro ormeggio e svolgendo la funzione di un rumoroso bow thruster, correggendo la marcia anche con colpetti in avanti attendendo l’allineamento giusto.
Lanciate le cime a terra e presa la trappa con il mezzo marinaio la farete fissare sulla bitta di prua mentendosi con la poppa ad almeno tre metri dalla banchina. Appena stoppata la trappa farete una marcia indietro fino ad avere poi la possibilità di posizionare la passerella, questa manovra di aiuto consente di mettere in tiro il corpo morto senza far morire l’incaricato a questa operazione per tesare il corpo morto.
Molto spesso le manovre di attracco in marina vengono fatte con persone che hanno deciso di fare la loro prima vacanza in barca a vela e quindi dovrete raccomandarvi di non frapporre mai parti del loro corpo tra le due barche né dare nulla per contato, a costo di risultare ripetitivi.
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